CHI SIAMO
L' A.N.P.I.
L'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) si è costituita a Roma nel 1944 (il Nord d'Italia ancora occupato dai nazifascisti).
Gli scopi, tra gli altri, erano:
Nel 2006 lo statuto dell'ANPI ha previsto l'apertura dell'associazione a tutti coloro che condividono il patrimonio ideale, i valori e le finalità dell'ANPI. In particolare a coloro che ritengono di impegnarsi per la piena attuazione, nelle leggi e nel costume, della Costituzione italiana frutto della Guerra di Liberazione.Nel contempo intendono impegnarsi a dare appoggio a tutti coloro che si battono, singolarmente o in associazioni, per i valori di libertà e democrazia che hanno trovato nella guerra partigiana la loro più alta espressione.Valori che nel tempo presente appaiono in sofferenza
Nella sezione di Scandicci operano sia coloro che hanno lottato direttamente contro il nazifascismo, sia gli antifascisti -giovani e meno giovani- che hanno aderito dopo il 2006 preoccupati per la carenza di senso civico e di etica pubblica, sempre più accentuata, che la nostra società in questi anni sta manifestando.













L' A.N.P.I. dal 1944 a oggi
L'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, con i suoi oltre 
120.000 iscritti, è tra le più grandi associazioni combattentistiche 
presenti e attive oggi nel Paese. Fu costituita il 6 giugno 1944, a 
Roma, dal CLN del Centro Italia, mentre il Nord era ancora sotto 
l'occupazione nazifascista.
Il 5 aprile del 1945, con il decreto 
luogotenenziale n. 224, le veniva conferita la qualifica di Ente morale 
che la dotava di personalità giuridica, promuovendola di fatto come 
associazione ufficiale dei partigiani.
Il 4 giugno 1945, con la 
liberazione del nord, venne costituita a Milano l'ANPI - Comitato Alta 
Italia. Ad entrare a far parte della Presidenza furono i componenti del 
Comando Generale del CVL, a rappresentare idealmente e fattivamente la 
continuità dell'unità della Resistenza anche nell'ANPI: Raffaele 
Cadorna, Ferruccio Parri, Luigi Longo, Enrico Mattei, Giovanni Battista 
Stucchi, Mario Argenton. Nel Comitato esecutivo figuravano Arrigo 
Boldrini "Bulow", Cino Moscatelli e Guido Mosna. 
Il 27 giugno 1945, 
il Comitato provvisorio dell'ANPI di Roma e il Comitato Alta Italia si 
fusero dando vita all'ANPI Nazionale. L'Associazione ebbe una sua 
rappresentanza alla Consulta Nazionale i cui lavori si svolsero tra il 
settembre 1945 e il referendum istituzionale dell'anno successivo. 
Mentre l'Associazione nazionale combattenti ebbe 8 consultori e quella 
dei mutilati e invalidi di guerra 4, all'ANPI ne furono assegnati 16, a 
conferma del prestigio di cui godeva. Erano così suddivisi: 3 
socialisti, 3 democristiani, 3 liberali, 3 comunisti, 2 del Partito 
d'Azione, 1 del Partito democratico del lavoro e, infine, un consultore 
che non apparteneva a nessun partito. Nello Statuto erano evidenziati 
gli scopi operativi che la struttura si era prefissata. Tra questi:
-
 Restituire al Paese una piena libertà e favorire un regime di 
democrazia per impedire in futuro il ritorno di qualsiasi forma di 
tirannia e assolutismo.
- Valorizzare in campo nazionale e 
internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà 
dall'azione dei partigiani.
- Far valere e tutelare il diritto dei 
partigiani, acquisito, di partecipare in prima linea alla ricostruzione 
morale e materiale del Paese.
- Promuovere la creazione di centri e organismi di produzione e di lavoro per contribuire a lenire la disoccupazione.
In particolare questo ultimo punto fu realizzato grazie alla creazione, fin dal 1948, di Convitti-Scuola Rinascita che miravano a qualificare professionalmente giovani ex partigiani e orfani dei caduti.
Nel corso del primo Congresso del 1947 - dove fu nominato Presidente 
Nazionale Arrigo Boldrini "Bulow", prima medaglia d'oro al V.M. della 
Resistenza, che resterà in carica fino al 2006 - venne ribadito 
l'impegno della Resistenza a consolidare le Istituzioni e in particolare
 fu sottolineato che l'antifascismo doveva essere inteso come lotta 
contro chi minacciava le libertà individuali, negava la giustizia 
sociale e discriminava i cittadini.
Il Congresso registrò il favore 
di alte personalità politiche come Umberto Terracini e Palmiro 
Togliatti. Ma nel 1948 vennero avviate delle vere e proprie persecuzioni
 contro i partigiani che l'ANPI fronteggiò con vigore. Furono ben 830 i 
combattenti per la libertà che subirono processi. L'Associazione 
promosse allora dei Comitati di difesa dei valori della Resistenza con 
cui avviò una campagna nazionale di sostegno ai partigiani, chiedendo 
altresì lo scioglimento del neofascista MSI (Movimento sociale italiano)
 e il riconoscimento ufficiale del CVL come corpo appartenente alle 
Forze Armate. Questo riconoscimento giunse solamente nel 1958, con la 
legge 285, e fu un provvedimento di notevole importanza perché 
confermava e stabiliva definitivamente che la Resistenza, nel 
travagliato processo di Liberazione, era stata una preziosa comprimaria,
 responsabile e organizzata: un esercito, a tutti gli effetti. Nel 1950 
le persecuzioni cessarono e si poté continuare l'azione civile per cui i
 partigiani si erano associati. 
Col Congresso del 1952 l'ANPI - nella 
cui Presidenza onoraria figurava anche Sandro Pertini, carica che 
rivestì per vari decenni - ingaggiò una grande battaglia a favore della 
pace e contro il riarmo tedesco. Tanti e illustri gli interventi. Tra 
questi quello di Enrico Molè, Vice Presidente del Senato. Il 1952 è 
anche l'anno dell'inizio delle pubblicazioni del mensile Patria 
Indipendente, periodico ufficiale dell'Associazione, che negli anni ha 
costituito un validissimo punto di riferimento nazionale per la 
conoscenza della storia della Resistenza. Nelle pagine di questo 
giornale sono corse anche le vicende centrali dell'attualità del Paese. 
Un impegno importante è stato anche la valorizzazione del contributo 
delle Forze Armate alla Guerra di Liberazione e, successivamente, alla 
garanzia dell'ordine democratico e alla salvaguardia della libertà nei 
Paesi di tutto il mondo. 
Negli anni '60 è continuata l'attenzione 
dell'Associazione - con frequenti interventi e prese di posizione - a 
tutti i grandi temi nazionali e internazionali, che hanno coinvolto le 
istituzioni ed il vivere sociale. Da segnalare, tra le tante iniziative,
 la Conferenza del 9 marzo 1965 - indetta dall'ANPI - dal titolo "La 
solidarietà degli antifascisti italiani al popolo spagnolo in lotta per 
la libertà" contro il regime franchista e poi la celebrazione della 
"Giornata della donna nella Resistenza" intesa a valorizzare fortemente 
il ruolo prezioso delle partigiane nella lotta di Liberazione. L'avvio 
degli anni '70 porta una notizia entusiasmante per l'ANPI e l'intero 
universo antifascista e democratico: la nomina a Capo di Stato Maggiore 
della Difesa del Generale Enzo Marchesi, ex partigiano. 
Nel 1971, 
quindi, per il venticinquennale della Repubblica, l'Associazione diffuse
 un importante documento contenente un significativo riferimento alle 
Forze Armate. In un passaggio si dichiarava: "Le Forze Armate italiane 
oggi possono guardare l'avvenire con la certezza di rappresentare tutta 
la Nazione, tutte le forze democratiche nell'ambito della lealtà 
costituzionale, poiché esse sono e debbono essere al servizio non di una
 fazione, come accadde durante il fascismo, ma di tutto un popolo". 
Una
 grande battaglia che ha connotato e permeato la vita dell'ANPI in 
questi anni è stata quella contro il terrorismo. In un convegno, 
organizzato il 17 novembre 1977, la posizione fu netta: "I Partigiani, 
che hanno combattuto con le armi in pugno per sconfiggere il terrore 
fascista e nazista, per conquistare la pace, la libertà e la democrazia,
 esprimono tutta la loro esecrazione nei confronti di chi vigliaccamente
 colpisce inermi cittadini per seminare sgomento e rovesciare le 
Istituzioni conquistate con tanti sacrifici dal popolo italiano".
Gli
 anni '70 si chiudono con un avvenimento storico: l'elezione a 
Presidente della Repubblica, nel 1978, di Sandro Pertini, valoroso 
partigiano e membro della Presidenza Onoraria dell'ANPI. C'e da dire che
 non poche furono le figure del mondo delle Istituzioni a svolgere ruoli
 di dirigenza all'interno dell'Associazione: ricordiamo per tutti, oltre
 al già citato Pertini, Ettore Gallo, Presidente della Corte 
Costituzionale dal 1991 al 1992, Lionello Levi Sandri, Commissario 
Europeo dal 1961 al 1970 e Presidente del Consiglio di Stato, Leonetto 
Amadei, Presidente della Corte Costituzionale dal 1979 al 1981 e Andrea 
Viglione, Capo di Stato Maggiore della Difesa dal 1975 al 1978. Gli anni
 '80 si aprono per l'ANPI con la denuncia forte contro le malefatte 
della loggia P2 e il pernicioso intreccio tra terrorismo e mafia. E 
contro la corruzione politica. Scriveva proprio Leonetto Amadei in un 
editoriale pubblicato sul numero del 25 aprile 1983 di Patria 
Indipendente: "Ci si trova di fronte alla manifestazione di un tumore 
maligno che appesta e distrugge l'elemento principe per cui si ritiene 
valida e apprezzabile la guida di un Paese, vale a dire la fiducia verso
 chi conduce politicamente la collettività o la amministra in modo che 
appaia giovevole il mantenimento delle redini in quelle mani". 
Il 1988 
ha visto l'Associazione impegnata nella realizzazione di una grande 
manifestazione, alla presenza del Capo dello Stato Francesco Cossiga, in
 occasione del quarantesimo anniversario della Costituzione 
Repubblicana. Da segnalare inoltre il 4 e 5 marzo a Perugia il Convegno 
"Costituzione-Forze Armate" e lo speciale di Patria Indipendente - 
ripreso ed elogiato poi anche dalla Rivista Militare - sul 4 novembre, 
per la Giornata delle Forze Armate.
In totale gli anni '80 registrano ben 49.000 iniziative dell'ANPI.
Dal
 1990 ad oggi, l'Associazione ha affrontato, con la solita e solida 
fedeltà alle Istituzioni democratiche nonché determinazione morale, le 
tante questioni nazionali che hanno caratterizzato questi due decenni. 
Da "Tangentopoli" alle offensive mafiose, alla grande battaglia contro i
 gravi tentativi di modifica della Carta Costituzionale, che portò 
all'esito vittorioso del referendum del 2006, fino alla dura opposizione
 nel 2009 al progetto di legge 1360 - poi bloccato - con cui il Governo 
intendeva equiparare i repubblichini di Salò (un esercito irregolare, 
oltreché subordinato ai nazisti nei loro crimini) ai partigiani. Quindi,
 la battaglia, condotta con esito positivo nell'agosto 2011, per 
mantenere le festività civili, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, minacciate
 di essere soppresse con la manovra finanziaria del Governo. 
Nel 2014, dopo due anni di impegno, l'ANPI ottiene dal Governo tedesco atti di riparazione nei confronti delle vittime delle stragi nazifasciste del 1943-1945; mette in campo poi iniziative nazionali contro una irresponsabile riforma del Senato e contro una legge elettorale che, così come approvata dalla Camera, risulterebbe contraria alle aspettative dei cittadini in tema di rappresentatività e di diritti, nonché contraddittoria rispetto alle precise indicazioni della Corte Costituzionale. Da ultimo, va ricordata, nello stesso anno, la firma di un protocollo col MIUR (Ministero dell'università e della ricerca) per avviare iniziative di formazione alla cittadinanza attiva nelle scuole.
Il 2016 ha visto una straordinaria mobilitazione dell'intera Associazione per il No al referendum costituzionale.
Oggi l'ANPI è ancora in prima linea nella custodia e nell'attuazione dei valori della Costituzione, quindi della democrazia, e nella promozione della memoria di quella grande stagione di conquista della libertà che fu la Resistenza.

